Prende a calci l’insegnante

Prende a calci l’insegnante


Il bambino frequenta le elementari. I genitori di altri alunni, allarmati, hanno chiesto aiuto ai servizi sociali, alla scuola, a chiunque può dare una mano in questa situazione di evidente disagio del minore, senza ottenere risposte

Montegranaro (Fermo), 26 febbraio 2009 - Un alunno intemperante, spesso ingestibile anche per l’insegnante che l’altro giorno ha finito per farne le spese: un paio di calci ben assestati dal turbolento scolaro e la maestra è finita al Pronto Soccorso (con lesioni giudicate guaribili in pochi giorni).

L’episodio, increscioso e preoccupante, è accaduto un paio di giorni fa, in una classe della scuola elementare. Sono alcuni genitori a segnalarlo, chiaramente preoccupati e per più motivi: "Noi vorremmo che chi di dovere intervenisse in una situazione di oggettiva difficoltà che non nasce certo con questo ultimo episodio".

Dietro a questo fatto c’è la storia difficile di un bambino, extracomunitario (ma che conta?) e di una famiglia che vive una vita non facile. Non è la prima volta che questo alunno fin troppo vivace crea problemi all’interno della scuola e della classe, rendendo complicate le ore di lavoro e, come è accaduto l’altro giorno, rendendosi protagonista di episodi discutibili con atteggiamenti difficili da gestire. Alcuni genitori di suoi compagni di scuola hanno chiesto aiuto ai servizi sociali, alla scuola, a chiunque può dare una mano in questa situazione di evidente disagio del minore, senza ottenere risposte.

"Vogliamo sollevare questo problema affinché si trovi una soluzione per aiutare il bambino quando si trova a scuola, perché venga prevista una figura di assistente che gli stia vicino, lo controlli e lo guidi nelle ore scolastiche. Magari, anche qualcuno da affiancargli quando sta in famiglia. Un intervento che aiuti questo bambino". L’appello è lanciato. Qualcuno risponda.



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Fonte: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com - 26/02/2009

Colla sulla sedia di una prof

Colla sulla sedia di una prof alla Filippo Re

Finirà in consiglio comunale una vicenda avvenuto all’istituto superiore «Filippo Re».

L’avvocato Marco Fornaciari, che in Municipio rappresenta il movimento «Italia dei Valori», ha infatti ricevuto l’incarico di informare tramite un’interpellanza il consiglio comunale su quanto avvenuto a scuola, pochi giorni fa.
Secondo quanto raccontato dai docenti, infatti, in una classe dell’istituto, una professoressa è stata vittima di uno scherzo da parte di un gruppo di alunni, che hanno pensato di ricoprire di colla la sedia della cattedra, riservata all’insegnante, appena prima del suo arrivo. Una volta terminata la lezione, la professoressa si è ritrovata completamente attaccata alla sedia, e, di fronte alle risate di scherno degli alunni, ha dovuto faticare non poco per rialzarsi.
In seguito alla pesante bravata, gli insegnanti hanno deciso di convocare un consiglio di classe, che prevedesse anche la presenza dei genitori degli alunni.
Nel corso del confronto, i professori hanno illustrato l’episodio e altri atteggiamenti un po’ troppo vivaci da parte degli alunni. I genitori, dal canto loro, anziché prendere atto del comportamento dei giovani e condannare il pesante scherzo ai danni della professoressa, hanno preso le difese dei figli.
«Voi professori non avete abbastanza polso per poter badare ai nostri figli - hanno detto, di fronte ai docenti allibiti - e vi comportate in questo modo perché avete paura che i ragazzi vi taglino le gomme della macchina».




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Fonte: http://gazzettadireggio.gelocal.it - 21/02/2009

Tredicenne con forbici minaccia insegnanti e compagni: vi sgozzo tutti

Tredicenne con forbici minaccia insegnanti e compagni: vi sgozzo tutti


Uno studente di 13 anni che per una divergenza con una insegnante ha rotto il vetro di una finestra dell'aula, poi, con un paio di forbici ha minacciato alunni, professori e bidelli, urlando «Vi sgozzo tutti».

È accaduto giovedì scorso in una scuola media della provincia di Massa Carrara. I genitori dei compagni di classe del ragazzo hanno deciso di non mandare più i figli a scuola. La vicenda è riportata sui quotidiani locali. Un compagno del tredicenne, per lo spavento, è stato portato dalla madre al pronto soccorso sotto choc. I genitori hanno scritto una lettera al provveditorato e al preside, spiegando che non manderanno più i figli a scuola «fino a quando il ragazzo autore degli episodi di violenza, che si ripetono da ormai due anni, non verrà allontanato dall'istituto». I problemi con l'alunno, aggiungono, erano cominciati l'anno passato, quando la madre aveva revocato il consenso ad avvalersi dell'operatore socio educativo che seguiva l'alunno fin dalle elementari. La polizia sta indagando sulla vicenda.



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Fonte: http://www.ilmessaggero.it - 21/02/2009

Mette hashish nella tisana della prof

Mette hashish nella tisana della prof

Denunciato l6enne della media Fiti di Laives: «Non mi ha difeso e le ho fatto un dispetto» L'insegnante è corsa al pronto soccorso. Il preside Endrighi: «Sospeso per dieci giorni»


di Massimiliano Bona

BOLZANO. Voleva vendicarsi della professoressa di educazione artistica, che l'anno scorso non aveva preso le sue difese dopo un'accesa lite con un compagno, e allora ha deciso di mettergli un mozzicone contenente hashish e marijuana nella tisana. L'insegnante, una 47enne di Laives, l'ha bevuta e non si è accorta di nulla. Ha scoperto tutto il giorno dopo, grazie alle confidenze di alcuni alunni: ha sporto denuncia ai carabinieri e, allarmata, ha fatto le analisi del caso all'ospedale. Il ragazzino, 16 anni, è stato sospeso 10 giorni.

Il giovane tunisino, che vive in una comunità alloggio per minori a Bolzano, è un pluri-ripetente, noto a docenti e alunni della «Filzi» di Laives per una serie di piccoli furti. Era già stato segnalato ai carabinieri della stazione della Bassa Atesina per la sparizione di alcuni telefonini e Mp3, ma la refurtiva è stata solo parzialmente ritrovata. Gli stessi insegnanti sapevano di doverlo tenere d'occhio, perchè è considerato un ragazzo «problematico», ma nessuno si aspettava che arrivasse a tanto.
Lunedì 9 febbraio diirante una lezione di educazione artistica ha pensato di mettere in pratica un piano che aveva pensato e ripensato per giorni. Ha atteso solamente che la «prof» si allontanasse dalla classe e poi ha deciso di entrare in azione. Il thermos, che l'insegnante solitamente porta da casa, era appoggiato vicino alla cattedra. Il teenager tunisino ha tirato fuori il mozzicone che aveva in tasca. Conteneva hashish e marijuana. Ha versato la droga nella tisana e si è dileguato rapidamente. Pare che qualche compagno abbia assistito alla «bravata», ma ha preferito non dire nulla. La professoressa, ignara di tutto, ha bevuto l'intero contenuto del thermos. II giorno dopo un paio di alunni, nel corso di una chiacchierata informale, hanno vuotato il sacco e informato la docente di quanto era successo il giorno prima.
Quest'ultima, comprensibilmente allarmata, si è recata alla caserma dei carabinieri di Laives assieme al preside dell'Istituto comprensivo Luigino Endrighi per sporgere denuncia. «La professoressa - spiega il luogotentente Vincenzo Cipriani - era un po' agitata ed abbiamo cercato di rassicurarla». La donna si è precipitata al San Maurizio per le analisi del caso, ma l'ingerimento della tisana - per fortuna - non ha avuto alcuna conseguenza per la sua salute. Lo stesso preside Endrighi ha confermato ai carabinieri che si trattava di un giovane problematico. «È stato sospeso - ha spiegato il dirigente scolastico ai militari dell'Arma - fino al 20 febbraio».
Dopo aver raccolto la denuncia i carabinieri sono andati a prendere il giovane a scuola e lo hanno interrogato a lungo. Il ragazzo tunisino non si è fatto pregare ed ha spiegato il motivo dì quel gesto. «Ci ha detto che voleva fare un dispetto alla prof, colpevole a suo dire di non averlo difeso l'anno prima dopo un diverbio con un compagno, che lo aveva insultato. Il ragazzo ha aggiunto inoltre di aver trovare quel mozzicone per strada». I carabinieri hanno perquisito, quindi, la comunità alloggio nella quale risiede il giovane, a Bolzano, e hanno inviato il thermos al laboratorio dell'Arma, alla «Guelfa» di Laives. E i tecnici del Las hanno confermato la presenza di stupefacenti. Il giovane, ora, è stato segnalato alla Procura dei minori e denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti, violenza privata ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.



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Fonte: Alto Adige 19/02/2009

Lo sfogo di una prof: "Sì, siamo spaventati Anche dalle minacce di tanti genitori"

SCUOLE DI FRONTIERA

Lo sfogo di una prof: "Sì, siamo spaventati Anche dalle minacce di tanti genitori"


"Dobbiamo sempre cercare di essere inattaccabili - spiega l'insegnante - Cerchiamo la collaborazione con le famiglie, ma non sempre la troviamo"

MILANO, 18 FEBBRAIO 2009 - "Qui prima che insegnanti bisogna essere educatori. E non è facile. Ma alla fine, nonostante i problemi, nonostante la fatica, si scopre che ne valeva la pena. Quando porti questi ragazzi a un diploma, è una bella soddisfazione». A parlare è la professoressa Emanuela P., docente di matematica in un istituto professionale della periferia nord-ovest di Milano: zona di frontiera.

Professoressa, lei insegna in questa scuola da 17 anni: una scelta?
«Diciamo che ormai, con la mia anzianità, potrei farmi trasferire, ma non l’ho mai fatto. Sono contenta di lavorare qui, anche se è molto faticoso».

Cominciamo dal rapporto con le famiglie: difficili?
«Non semplici. Noi cerchiamo la collaborazione, ma non sempre la troviamo. A volte i genitori sono troppo impegnati sul lavoro. Spesso non c’è una vera e propria famiglia: c’è un solo genitore. Insomma, il problema è che in moltissimi casi l’iniziativa la dobbiamo prendere noi, perché la famiglia non si muove per prima».

E’ di pochi giorni fa il caso di una madre che ha picchiato l’insegnante della figlia...
«Casi del genere da noi non ne sono successi, ma lo posso immaginare. Diciamo che da noi non sono passati a vie di fatto, ma episodi di proteste, anche molto plateali, con qualche minaccia, ci sono stati».

Minacce?
«A volte minacciano di denunciarci, di presentare ricorsi in Provveditorato, ma poi non succede nulla. Anche perché noi stiamo sempre attenti ad essere inattaccabili sul piano formale».

E gli stranieri?
«Per la maggior parte sono cinesi e sudamericani. La cosa più difficile è tenere i rapporti con i cinesi: per una questione di lingua e perché si interessano poco ai problemi scolastici. I sudamericani invece tengono molto alla scuola e cercano di seguire i figli».

E allora veniamo ai ragazzi e al loro rapporto con la scuola.
«Anche questo non sempre è facile. Molti, come dicevo, vengono da situazioni familiari difficili. Noi non ci possiamo certo sostituire alla famiglia, ma spesso finiamo per diventare un po’ i loro confidenti. Poi, se ci sono problemi particolari, se serve un consiglio di un certo tipo, li mettiamo in contatto con lo psicologo dello “sportello” istituito proprio per questo scopo nella nostra scuola. Il vantaggio dello psicologo nei nostri confronti è che lui non è un “valutatore” come noi. Quindi con lui per i ragazzi è più facile aprirsi, raccontare».

Anche con gli studenti nessun problema di violenza?
«Che io ricordi no. Qualche minaccia, sicuramente. Qualche macchina rigata con un chiodo, anche se poi non possiamo essere certi che siano stati i ragazzi, ma niente di più. Io abito nel quartiere dove ha sede la scuola. Tutti sanno benissimo dove sto, ma non mi è mai successo niente».

E la droga?
«Dentro a scuola direi proprio di no. Però a volte, all’intervallo, qualche strano movimento vicino ai cancelli lo abbiamo visto e siamo intervenuti. Bisogna difendersi dallo spaccio fuori dalla scuola. Poi però non è che possiamo vigilare su ogni minuto della giornata dei nostri studenti...».

E finite per perderne per strada proprio per la droga...
«Succede. Capita anche che ci siano ragazzini di prima che, alla classica domanda su cosa vorranno fare da grandi, rispondono: “Voglio spacciare, così faccio un sacco di soldi”. E purtroppo spesso ci riescono».

di Giorgio Guaiti



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Fonte: http://quotidianonet.ilsole24ore.com - 18/02/2009

Studente di 13 anni accoltella alla schiena in classe il professore

L'autore del gesto è stato denunciato dalla polizia per lesioni aggravate

Chioggia: studente di 13 anni accoltella alla schiena in classe il professore


L'insegnante di musica della «Silvio Pellico», Fabio Paggioro, 36 anni, è ricoverato in ospedale

CHIOGGIA (VENEZIA) - Ha rischiato la vita. Un alunno di 13 anni ha pugnalato a Chioggia il suo professore di musica in classe durante la lezione di musica, conficcandogli un coltello da cucina nella schiena. L'insegnante, Fabio Paggioro, 36 anni, di Adria, è ricoverato in ospedale, mentre lo studente è stato denunciato dalla polizia per lesioni aggravate. Secondo le prime indagini, sembra che il ragazzino, nell'ambito scolastico, avesse rapporti tesi con l'insegnante.

IL FATTO - Il gesto, improvviso e «premeditato» visto che il ragazzo si sarebbe portato il coltello da casa, è avvenuto lunedì pomeriggio nella scuola media «Silvio Pellico» di Chioggia. Tutto è successo durante la lezione individuale pomeridiana di violino. C'erano dunque solo loro due in classe quando alle 18 di lunedì il ragazzino ha improvvisamente sferrato il colpo alla schiena dell'insegnante. Il professor Paggioro è corso nell'aula a fianco, dove un suo collega stava tenendo una lezione individuale di pianoforte ad un'allieva, e si è fatto aiutare ad estrarre il coltello mentre veniva chiamata un'ambulanza. Subito dopo il ragazzino è corso via.

I PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI - «Una vicenda allucinante, che avvilisce moltissimo» è questo il commento della dirigente dell'Ufficio scolastico regionale del Veneto Carmela Palumbo. «In questo caso non c'entrano nè il bullismo, nè situazioni degradate, dato che si tratta di una scuola media a indirizzo musicale con un'offerta formativa particolarmente importante. Insomma il massimo che si può desiderare dalla scuola», afferma Carmela Palumbo, che ha inviato un ispettore per dare supporto a preside e professori sulle decisioni da prendere. «Un gesto impensabile e imprevedibile - dice dopo aver parlato a lungo con la preside -. In questo caso non c'è davvero nulla che la scuola non abbia fatto». Oggi si riuniranno il consiglio di classe e di istituto per decidere i provvedimenti disciplinari da prendere a carico del ragazzo, che nei casi gravi può arrivare alla sospensione per tutto l'anno con l'esclusione dall'esame finale, dato che il ragazzo frequenta la terza media.

CONDIZIONI DI SALUTE - Intanto migliorano le condizioni di saluter del professor Paggioro. Lo si apprende da fonti sanitarie dell'ospedale di Chioggia, dove l'insegnante è ricoverato in chirurgia. A titolo cautelare, dopo il ricovero lunedì sera, i medici si erano riservati la prognosi. Attualmente il docente è sottoposto ad un esame radiologico al torace per avere un quadro preciso della situazione, ma il colpo inferto con un coltello da cucina avrebbe provocato una ferita di pochi centimetri e non avrebbe leso alcun organo. Ai medici, Paggioro ha ribadito il desiderio di non essere disturbato: «voglio stare tranquillo» ha detto durante la visita.


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Fonte: www.corriere.it - 17/02/2009 

Studente aggredisce il figlio di una prof considerata severa

Firenze, studente aggredisce il figlio di una prof considerata severa: sospeso


Il 16enne ha picchiato e insultato il coetaneo per strada. Per punizione dovrà svolgere attività socialmente utili

FIRENZE - Colpito per strada con calci e pugni e insultato. Solo perché figlio di una prof giudicata "cattiva". Uno studente fiorentino di 16 anni se l'è presa con un suo quasi coetaneo (15 anni), figlio di una sua insegnante in un istituto superiore della provincia e sottolineando che le botte erano un messaggio per sua madre. Insieme a lui c'erano degli amici, che però non hanno partecipato all'aggressione. Il 15enne è stato trattenuto una notte in ospedale per accertamenti: ha un trauma cranico.

UN MESE DI SOSPENSIONE - Sul caso indagano i carabinieri, ma sono già arrivati i primi provvedimenti. Il 16enne è stato sospeso da scuola per un mese, durante il quale svolgerà attività socialmente utili, come l'impegno in una comunità di assistenza agli anziani o in un'associazione di volontariato, seguito dai professori. «Insieme ai servizi sociali decideremo quale tipo di impegno svolgerà - ha spiegato Valerio Vagnoli, dirigente dell'istituto -. I nostri insegnati lo seguiranno costantemente, perché questo tipo di sanzione, più che una punizione, vuol essere uno strumento di recupero e reinserimento. Compiti della scuola non sono solo insegnare ed educare, ma anche stare a fianco degli studenti più problematici e far sì che i loro sbagli non rimangano come marchi».

«NON È UN DELINQUENTE» - Vagnoli ha sottolineato che il ragazzo «non è un bullo, né un delinquente. È solo un ragazzo indisciplinato, che entra in ritardo a scuola e risponde male ai professori: temo che imiti i modelli della peggiore tv». L'aggressione è avvenuta dopo che era stato sospeso sei giorni per una serie di comportamenti scorretti segnalati da vari professori. «Credo che se la sia presa con il figlio dell'insegnate perché è una che esige il rispetto delle regole - ha aggiunto il dirigente -. Ma non è severa; fa parte anche del centro di ascolto per gli studenti più difficili». Descrivendo l'aggressione, Vagnoli ha detto che «sono stati due schiaffi e un calcio. C'erano anche altri ragazzi, che non hanno partecipato; anzi, alcuni hanno cercato di fermarlo». «Ho spiegato agli studenti l'accaduto - ha concluso -. Purtroppo i ragazzi problematici sono sempre di più».



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Fonte: www.corriere.it - 14/02/2009

Sferra un pugno al professore che lo aveva rimproverato

Chivasso, sferra un pugno al professore che lo aveva rimproverato Di Van Anh Phan Lunedì 8 aprile un professore della succursale chiv...